L'anatomia...

le ossa e i muscoli

Il suo corpo è agile,flessibile e massiccio, tale da consentirgli di camminare in modo silenziosissimo e di spiccare grandi salti; le sue unghie retrattili  gli permettono di arrampicarsi con grande agilità. Lo scheletro è formato da più di 300 ossa. Le vertebre del collo sono corte e la colonna vertebrale molto mobile. La clavicola dei gatti ,come per tutti i felini, è piccola e collegata allo sterno unicamente da un legamento : ciò gli conferisce una grande mobilità. Le vertebre prolungano la colonna. La coda ha un ruolo nel mantenimento dell’equilibrio. Le zampe anteriori  terminano con 5 dita fornite di artigli retrattili. Le zampe posteriori, più lunghe di quelle anteriori terminano con 4 dita fornite anch’esse di artigli retrattili. I cuscinetti sono costituiti da membrane elastiche che gli conferiscono un’andatura silenziosa. I muscoli dorsali sono molto flessibili e quelli delle zampe posteriori molto potenti. Queste conferiscono al gatto grande agilità  un’ampiezza   quando salta: può saltare a un’altezza 5 volte superiore alla sua statura. Nella corsa può raggiungere i 50 km/h  e può fare 100 m in 7 secondi. Ma non è un corridore di lunghe distanze e si stanca molto velocemente. Contrariamente a ciò che generalmente si pensa, tutti i gatti sanno nuotare molto bene e non esitano a buttarsi in acqua se costretti. Un gatto pesa in media tra i 2,5 e i 4,5 kg e misura dai9 46 ai 51 cm senza coda che misura dai 20 ai 25 cm.

Il gatto va rimproverato??

 

Tendenze masochiste? Le sfide impossibili sono il vostro maggior diletto? Allora che ne dite di andare a vedere come rimproverare il gatto? Non che non sia fattibile, potete sgridare di tutto, dal cane al gatto, dal muro alla sedia, tutto sta nel vedere in questo caso quanto il gatto vi dia retta. Se avete dei gatti ve ne sarete accorti benissimo: i gatti sono animali intelligentissimi, perfettamente in grado di capire quello che gli diciamo, anche le sgridate, solo che la maggior parte del tempo tendono ad ignorarci. Ci sentono benissimo, sanno che li stiamo sgridando, ma poi continuano sulla loro strada. Sono gatti, sono fatti così.

Fondamentalmente per rimproverare un gatto si fa la stessa cosa che si fa per il cane: si dice un “No” secco e si ignora il gatto per una decina di minuti. Per esempio, se sto giocando con lui e sta diventando troppo violento, tira fuori denti e unghie blocco il gioco, dico un “No” secco e smetto di giocare con lui per una decina di minuti. Dopo dieci minuti si torna amici come prima, se si è tranquillizzato lo si premia con una bella coccola. In alternativa gli educatori suggeriscono di fare un rumore strano, magari schioccare le dita, battere le mani in modo che il gatto associ quel suono al fatto che sta facendo qualcosa di sbagliato. In futuro in teoria quando ripeterete il suono dovrebbe bloccare automaticamente il comportamento. Per gatti particolarmente aggressivi che tendono ad aggredire le caviglie, si consiglia anche di tenere a portata di mano una pistola ad acqua e spruzzare il muso del gatto quando si lancia per massacrarvi le caviglie.

Diciamo che se è vero che è sempre meglio rinforzare positivamente i comportamenti giusti, non dobbiamo dimenticare che ogni tanto qualche sano “No” ci va. Il punto è chedobbiamo cogliere sul fatto il gatto, inutile sgridarlo quando ormai ha già distrutto la tenda, se lo becco mentre la artiglia sì, altrimenti non serve a nulla se non a genera ansia e confusione.

gatto-colpevoleRicordate poi che alcuni comportamenti sono del tutto naturali per il gatto, bloccarli al 100% è impossibile… a meno che non ci ricordiamo di dargli una valida alternativa. Pensiamo per esempio al gatto che graffia mobili e porte: magari lo sgridiamo, gli diciamo “No”, lui smette, salvo poi rincominciare poco dopo. Non è che vi fa dispetto, perché sappiamo ormai che i gatti non fanno i dispetti, ma si tratta del fatto che è un comportamento naturale del gatto, impossibile e sbagliato reprimerlo del tutto. Piuttosto diamogli un’alternativa. Se non voglio che graffi quel mobile, ecco che magari gli darò il permesso di distruggere quella vecchia poltrona, oppure gli compro un bel cestone di vimini e glielo lascio distruggere. Se il gatto ha qualcosa da annientare, si concentrerà su quello e risparmierà il resto della casa.

Riallacciandoci a quanto detto sul come sgridare un cane, ecco cosa non fare quando si rimprovera un gatto:

  • non urlare
  • non agitarsi
  • non gesticolare
  • non fare lunghi discorsi
  • non sgridiamolo e contemporaneamente lo accarezziamo
  • non siamo incoerenti
  • non mettergli il muso nell’urina e nelle feci, non serve a nulla
  • non scuoterlo, rendereste ancora più aggressivo il gatto
  • non sgridarlo nel momento sbagliato

Le 22 regole del gatto  per vivere bene con se e con gli altri

  1. Ho imparato a vivere con qualcuno senza rinunciare alla mia indipendenza
  2. Non mi arrendo di fronte alle difficoltà, ma esploro, osservo e se ne vale la pena, mi adatto
  3. Curare il proprio ambiente come il proprio corpo è un’abitudine che fa bene alla salute fisica e mentale
  4. Indossare una morbida pelliccia sotto la quale si cela un’anima di ferro
  5. La dignità va mantenuta in ogni momento
  6. Le emozioni sono più preziose delle cose; le sole cose preziose sono quelle capaci di dare emozioni
  7. Della mia casa ho imparato ad apprezzare i luoghi pieni di atmosfera
  8. Non potrò mai sapere tutto di chi amo, neppure del mio gatto, ma un pizzico di mistero dà più gusto all’amore
  9. Difendo i miei momenti di piacere e scelgo la compagnia di chi sa godere appieno della vita
  10. Alle domande fondamentali della vita si risponde meglio se opportunamente riposati e concentrati
  11. Non dimentico mai che il gioco è una parte importante della vita
  12. Se un gioco mi da autentico piacere, non temo di rendermi ridicolo
  13. Ogni momento è buono per fare nuove scoperte
  14. Imparare ad ascoltare e osservare senza giudicare
  15. Se si ama non si deve chiedere di rinunciare a ciò che l’altro ha di più caro e che gli dona benessere
  16. La salutare routine nella cura di me stesso e del mio ambiente deve essere ammorbidita da un altrettanto salutare pizzico di imprevedibilità
  17. Le due qualità fondamentali del gatto il coraggio e ilrispetto di sé, sono doti che ogni persona vorrebbe possedere. Basta osservare e imitare
  18. Ogni cosa va fatta con impegno riconoscendo i propri limiti ma non smettendo di provarci
  19. Capisco quando è il caso di farmi da parte
  20. Non affrettarsi mai: si rischia di combinare guai e ci si stressa
  21. Cerco sempre di riconoscere e comprendere lo statod’animo di chi mi sta di fronte
  22. Mangiare bene è provvedere alla necessità con un pizzico di piacere

 

Che nome dare al nostro gatto?

Il bello della scelta… è scegliere!

Tante volte avrei voluto scrivere qualcosa su questo immenso argomento. Ma ho sempre avuto il timore di risultare banale o di ridurmi a elencare una serie di nomi, magari anche carini, ma che non danno il senso di quello che invece vorrei esprimere.

Bando a tutti i timori però, lo spunto mi viene proprio oggi, dalla lettura di un forum sui gatti. L’argomento “nomi per gatti” era inaspettatamente affrontato in modo inusuale, originale. Non il solito  elenco, diviso per categorie, o un mucchio di nomi senza un ordine preciso. No. Il punto non era “quale” nome fosse stato dato al proprio gatto. Il punto era “come” si era arrivati a scegliere un nome da cucire addosso al proprio pelosetto.

 

 

Quello che ne è venuto fuori è una raccolta di bellissimi, dolcissimi, a volte ridicoli e divertenti, altre volte toccanti, aneddoti e racconti. Storie piccole e significative, che le persone sono riuscite a rendere speciali grazie al senso di amore che le permea.

 Ecco cosa mi affascina di questo argomento.

 

La vastità, l’unicità, l’inventiva, l’estro, la profonda ispirazione, la grande fantasia e, perché no, il talento di tutti coloro che, una volta nella vita, si son trovati a cercare un nome per il proprio gatto.

Non è il “semplice” nome. E’ quello che sta dietro alla sceltache diventa unico e prezioso.

La nostra musa principale, nella scelta del nome, sono le cose che ci circondano… Persone, luoghi, nomignoli, film, brani musicali, personaggi storici o famosi, eventi che ci hanno colpito, cose che ci sono rimaste nel cuore.

E qualche volta abbiamo preso anche delle belle cantonate sul sesso, per la impellente e incontenibile voglia di dare un nome a questo piccolo, tenero e appena sbocciato batuffolo di peli. E così Figaro è diventato Figaròa, Arthur, Artura, Bruno, Bruna (non ridacchiate..), e… quanti potreste aggiungerne voi!

 Ma pensate a quante storie belle ci sono dietro a tutto ciò!

Che grande ispirazione, pensare “fuori dagli schemi” per la ricerca di un nome per il proprio gatto!

Dopo tutto, sono tutte creature talmente sorprendenti nella loro unicità, che meritano sicuramente un nome davvero all’altezza del loro universo